Dalle prime ipotesi dei filosofi di Mileto alle intuizioni della Magna Grecia: come in Grecia nacque l’idea della Terra sferica.

Scienza e Pregiudizi
Noi, uomini e donne del XXI secolo, viviamo in un mondo tecnologicamente avanzato. Microscopi e telescopi all’avanguardia rendono visibile l’incredibilmente piccolo e l’inverosimilmente grande. Dal cannocchiale di Galileo al telescopio Hubble, dal microscopio di Malpighi al super microscopio Ebs, abbiamo imparato ad indagare ogni aspetto della natura. C’è ancora tanto da scoprire, è indubbio, però possiamo affermare senza troppe esitazioni che molte certezze del passato sono emerse chiaramente per ciò che erano, cioè meri pregiudizi.
Certi risultati scientifici sono entrati a buon diritto nella cultura generale posseduta da ognuno di noi e rimaniamo perplessi di fronte a chi dubita o ha dubitato dei fatti più evidenti. Ma non bisogna stupirsi, anche un abile investigatore della natura è nulla senza un metodo d’indagine rigoroso e il supporto di dati empirici. Bisogna sempre ribadirlo con forza, i risultati della scienza possono risultare evidenti, ma non si può mai darli per scontati.
Una questione che purtroppo è stata risollevata negli ultimi anni da scienziati improvvisati riguarda la presunta esistenza della Terra piatta. Già lo storico Alessandro Barbero disse che nel lontano Medioevo fosse noto a tutti gli uomini colti che la Terra, in realtà, fosse sferica.
Ma se dovessimo tornare ancora più indietro nel tempo prima dell’Anno Zero? Quando è stato scoperto che la Terra fosse sferica nel mondo Occidentale, ossia nell’Antica Grecia?
La scuola di Mileto
Nel VII secolo a.C., a Mileto, il primo filosofo della storia, Talete, afferma che l’acqua è principio (ἀρχή) di tutte le cose. Secondo la sua opinione, la Terra era un cilindro appiattito che galleggiava come legno sull’acqua che la sosteneva.
Allo stesso modo Anassimandro, suo concittadino, credeva che la Terra, al centro del mondo, fosse un cilindro appiattito alto un terzo della sua larghezza e che rimanesse lì al centro in equilibrio.
Per quest’ultimo, secondo Aristotele, la Terra rimane immobile grazie al suo “equilibrio per indifferenza”, ossia : “Una cosa che sia collocata al centro e abbia rapporti identici con tutti i punti estremi non è incline a muoversi verso l’alto piuttosto che verso il basso oppure ai lati”.
La terra come una clessidra ad acqua
Mentre Anassimene, anch’esso di Mileto, riteneva che la Terra piatta fosse sostenuta dall’aria e creatasi per condensazione da quest’ultima. In questo caso, invece la Terra sarebbe immobile perché chiude come un coperchio l’aria sottostante. La Terra si comporterebbe come “l’acqua nelle clessidre”. Ma cosa significa? Le clessidre a cui si fa riferimento sono dei vasi con un collo lungo aperto nella parte superiore e più largo e bucherellato in quella inferiore utilizzati per travasare liquidi.
Si inserivano poi in un recipiente con acqua o vino e, una volta riempite, si tappava la sommità con un pollice in modo tale che il liquido non fuoriuscisse dai buchi. In seguito, togliendo il dito, si poteva riversare il liquido in un altro contenitore. Questo fenomeno, spiegabile in virtù degli esperimenti compiuti da Torricelli e Pascal, è causato dall’impossibilità da parte della pressione atmosferica di “spingere” il liquido verso il basso.
I Greci, che chiaramente non conoscevano la vera causa di questo fenomeno, potevano riuscire a capire per semplice similitudine il meccanismo che, secondo Anassimene, permetteva alla Terra di stare immobile.
I Milesi, certamente, hanno prodotto delle cosmologie piuttosto primitive paragonabili a quelle degli Egizi, Babilonesi e Caldei. Riconosciamo però che un primo passo fu compiuto da questi filosofi che, come si può ben notare, non inserivano più i loro sistemi del mondo all’interno di una cornice religiosa e mitica ma in una “scientifica”.

Novità in Magna Grecia
L’astronomia senza osservazione è pura speculazione. Le prime scoperte degne di nota, infatti, si debbono ricondurre ai viaggiatori che arrivando nelle regioni settentrionali del Ponto Eusino (Mar Nero) notarono che alcune stelle diventavano circumpolari, ossia non calavano mai sotto la linea dell’orizzonte.
D’altra parte avevano notato che, navigando a sud di Rodi, la luminosissima stella Canopo (una supergigante gialla), che all’altezza di Rodi si trovava sulla linea dell’orizzonte, si innalzava sempre più in alto nel cielo notturno.
Ci si potrebbe chiedere come mai queste nuove scoperte avessero potuto fornire prove fondamentali. Teniamo presente che i Greci erano convinti che il cielo, e con esso le stelle, si muovesse attorno alla terra e avesse forma sferica (o di una sorta di cupola).
Se immaginiamo la volta celeste come la superficie di una sfera che ruota attorno ad una superficie piana avremo stelle che mantengono sempre la stessa posizione, ma le testimonianze dei viaggiatori fornivano dati diversi! Da qui l’unica soluzione: il cielo è una sfera che ruota attorno ad un’altra sfera, quindi la Terra è sferica.
La scoperta della terra sferica
La scoperta della Terra sferica è attribuita a due pensatori del VI-V secolo a.C.: Parmenide e Pitagora. Al primo fa riferimento Teofrasto, illustre discepolo di Aristotele, al secondo Diogene Laerzio, tuttavia si può affermare con sicurezza che solo il primo, e non il secondo, fosse a conoscenza di questo fatto. Questo perché di Parmenide possediamo frammenti del suo scritto Sulla Natura, mentre tutto ciò che riguarda Pitagora ci è noto da fonti indirette e per lo più tarde. Anche considerando che effettivamente un pitagorico come Filolao di Crotone (V-IV secolo a.C.) avesse creato un sistema cosmologico in cui la Terra fosse sferica, sembra imprudente affermare che sicuramente anche Pitagora ne fosse a conoscenza. Di fatto però, ciò che è davvero degno di interesse è che entrambi questi filosofi vivessero in Magna Grecia durante lo stesso periodo storico.
Quindi non in Grecia, non sulle coste dell’Asia Minore, la scoperta della sfericità della Terra arriva dalla periferia geografica del mondo ellenico, luogo in cui si manifesta una fervente attività culturale che sarà decisiva per la filosofia e il pensiero scientifico greco.

Fonti
Aristoele, Il cielo; Bompiani, Milano, 2002;
B. Centrone, Vita in comune; Carocci, Roma, 2024;
Diogene Laerzio, Vite e dottrine dei più celebri filosofi; Bompiani, Milano, 2021;
J.L.E. Dreyer, Storia dell’astronomia da Talete a Keplero; Odoya, Bologna, 2016;
Parmenide, Sulla natura, Bompiani, Milano, 2021.